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L’automobilista che investe un pedone si presume sempre responsabile totalmente. La presunzione di colpa può essere superata da una prova contraria. Ma quanto costa dimostrare la colpa del pedone? Molto meno di quanto pensiate. Contattateci, vi forniremo la soluzione più idonea per voi.

Il pedone non ha sempre ragione, e il pedone imprudente rappresenta un rischio mortale per sé e per gli altri utenti della strada. Lo hanno stabilito recenti sentenze della Cassazione che fanno gravare consistenti responsabilità sui pedoni che, ad esempio, attraversano parlando al cellulare oppure lontano dalle strisce pedonali.

È vero che il conducente dell’autoveicolo che investe il pedone si presume responsabile totalmente, ma non è affatto detto che poi in effetti lo sia. La presunzione di colpa può infatti essere superata da una prova contraria. Quindi l’automobilista deve dimostrare la colpa del pedone per veder diminuita, o anche azzerata, la propria responsabilità. Ma quando questo è possibile? Vediamo alcuni casi.

Una donna è stata investita mentre attraversava la strada senza guardare poiché era intenta a parlare al cellulare. Tanto è stato sufficiente per attribuirle l’ottanta per cento della responsabilità del sinistro. Si è trattato, infatti, di una condotta assunta nel completo disprezzo delle più elementari regole di prudenza (Tribunale di Trieste, sentenza 380 del 7 giugno 2019).

In provincia di Ferrara è accaduto che due uomini, in evidente stato di ebbrezza, abbiano attraversato la strada di notte, sotto la pioggia, in prossimità di una stazione di servizio. In questo caso ai due pedoni estremamente imprudenti è stata addossata la totale responsabilità del sinistro, in quanto i due sono risultati colpevoli di aver sottovalutato il grave rischio di impatto con gli autoveicoli in circolazione (Sentenza nr. 2547, 11 giugno 2019, Corte d’appello di Milano).

La responsabilità del conducente può essere ridimensionata in maniera considerevole quando il pedone sopraggiunge all’improvviso fuori dalle strisce (Cassazione, sentenza 2241 del 28 gennaio 2019).

Il conducente non ha alcuna responsabilità se riesce a dimostrare che il comportamento del passante è stato talmente improvviso ed inaspettato che non gli ha consentito di fare alcuna manovra efficace per impedire l’investimento. Analogo è il caso in cui un pedone attraversi repentinamente l’incrocio col semaforo rosso: essendo oggettivamente dimostrabile per l’automobilista l’impossibilità di evitare l’investimento, i giudici hanno ritenuto di esimerlo dalla responsabilità della causa del sinistro (Sentenza 464, 11 maggio 2017, Tribunale di Ravenna).

Non risponde dei danni l’automobilista che investe la signora finita in mezzo alla strada per inseguire il proprio cane sfuggito al guinzaglio (Tribunale di Roma, sentenza 18769 del 3 ottobre 2018).

La sentenza 32095/2017 della Cassazione punisce un uomo che aveva attraversato con il rosso e, passando dietro il pullman dal quale era appena sceso, era improvvisamente comparso davanti ad un motociclista che non ha potuto far nulla per evitarlo. A seguito dell’impatto, il centauro muore andandosi a schiantare contro il palo di un segnale stradale. Il pedone è stato ritenuto responsabile dell’incidente nella misura del 75%, condannato a un anno di reclusione e al pagamento ai familiari della vittima di 150 mila euro di indennizzo.

[fonte: ilsole24ore.com, 8 luglio 2019]